Una dieta meno ricca di grassi e di carne

 

Dr. Med. Leonardo SALOMONE NAVARRA FLAVIO GUISCARDO DELLA TORRE DÌ BRETAGNA ARMORICA

Iridologo Naturopata Nutrizionista

Master di Nutrizione (istituto nazionale della nutrizione Roma)

Perfezionato in medicina biointegrata (università G. D'Annunzio Chieti)

Perfezionato in  fitoterapia clinica (università della Tuscia Viterbo)

Perfezionato in bioetica livello avanzato (università cattolica Roma) ecc.

Pubblicato sul mensile “Avanguardia” – Dicembre 1993

 AGGIORNATO

Gli effetti negativi dell’attuale alimentazione sulla salute suscitano preoccupazione ad un più crescente numero di persone e ciò ci fa riflettere se il nostro organismo sia adatto o meno ad una dieta vegetariana. Per conoscere la risposta bisogna analizzare 2 fattori:

1. La struttura anatomica del corpo umano

2. Gli effetti fisici del consumo di carne

 

Per quanto riguarda l’anatomia del corpo umano notiamo che i denti dell’uomo sono come quelli di tutti gli esseri di natura erbivora e, dunque, adatti a tritare e masticare soltanto sostanze vegetali.

Gli esseri umani sono dunque privi di quei denti anteriori aguzzi tipici degli animali carnivori che servono a lacerare la carne. Spesso gli animali ingoiano cibi senza masticarlo e quindi non hanno bisogno di molari, né di muovere lateralmente la mascella. Per quanto riguarda la digestione della carne essa richiede la secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido cloridrico, mentre lo stomaco degli uomini e degli animali erbivori produce acidi venti volte meno forti di quelli carnivori. Un’altra fondamentale differenza tra il carnivoro e il vegetariano si riscontra nel tratto intestinale che serve a fare passare elementi nutritivi nel sangue e dove si compie l’ultima parte della digestione. Mentre i carnivori i quali hanno canali alimentari lunghi soltanto tre volte il loro corpo, possono assimilare le proteine ed espellere rapidamente i velenosi rifiuti prodotti dalla putrefazione della carne, l’uomo e gli animali non carnivori sono dotati di un condotto alimentare fino a dodici volte la loro lunghezza.

In questo caso i batteri intestinali invece di agire come fermenti provocano la putrefazione del bolo alimentare e ciò favorisce l’infiltrazione di sostanze tossiche nei vari vasi sanguigni.

Per eliminare queste tossine, l’organismo dovrà bruciare una certa quantità di energia tolta a quella destinata ad alimentare le funzioni vitali compresa l’attività del cervello.

Uno degli organi maggiormente attaccati da queste tossine è il rene che elimina i rifiuti dal sangue e che riceve un sovraccarico di veleni dal consumo di carne.

 Anche chi ne fa uso moderato sottopone i propri reni ad un lavoro tre volte maggiore di quelli di un vegetariano. Uno studio statistico sul cancro ha dimostrato che dove si consuma più carne, si riscontra la più alta percentuale di malattie tumorali  mentre le percentuali più basse appartengono alle popolazioni vegetariane. E assodato che il 98% del cancro del retto e del colon è causato dalla carne.

Mentre gli animali carnivori possono metabolizzare una quantità quasi illimitata di colesterolo e grassi senza effetti negativi il corpo umano ha una capacità limitata di elaborare colesterolo e grassi saturi superiore alla quantità richiesta dal loro corpo. Qualora si eccede nel consumo di sostanze animali i depositi grassi si accumulano nella parete interna delle arterie producendone l’indurimento (arteriosclerosi) e favorendo cosi l'ostruzione dei vasi impedendo cosi il normale flusso del sangue verso il cuore con possibile aumento della pressione sanguigna e con maggiore  possibilità di collassi, attacchi cardiaci e infarti.

Quindi si stabilisce una stretta relazione tra il cancro del colon e del retto e una dieta ricca di carne. D’altra parte è risaputo che la carne mentre viene ingerita, produce steroidi metabolici che hanno anche essi  proprietà cancerogene. L’Accademia Nazionale delle Scienze ha riferito che si potrebbero prevenire molte forme di cancro comune adottando una dieta meno ricca di grassi e carne e basate, invece, più su verdure, frutta e cereali.

 

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